Le previsioni del tempo a lunghissima scadenza sono estremamente velleitarie, appartengono ancora oggi alla categoria della “fantameteorologia” più che a quella di una rigorosa previsione scientifica.
Tuttavia, esistono vari modi per valutare una previsione a carattere stagionale, e questi sono basati principalmente sulle anomalie oceaniche, che grandissima importanza hanno nella distribuzione del calore attraverso il globo.
Tali anomalie influenzano anche le posizioni relative delle zone di Alta e di Bassa pressione su scala continentale, andando così a determinare il clima di un’intera stagione.
Tra i vari modelli stagionali che prendono in considerazione queste anomalie, cercando di trasferirle al comportamento atmosferico, c’è il CFS del NCEP è un modello particolare, che ha subìto di recente un ulteriore upgrade, e si sforza di prevedere quello che potrà essere il tempo futuro, giorno per giorno, fino a nove mesi di distanza.
Le mappe giornaliere non devono essere prese come oro colato, ma come semplice indicazione climatologica sull’andamento del tempo mese per mese.
Ebbene, se l’Anticiclone è parso sempre dominare la scena in questi giorni, dalla metà di gennaio il modello già da tempo prevede un cambiamento forse sostanziale, con la formazione di un anticiclone di blocco sulla Penisola Scandinava e la discesa di aria artica russa continentale sull’Europa Centro Occidentale.
Sì tratta, come detto, di un’indicazione puramente ipotetica, ma che potrebbe recarci un inverno molto freddo nella sua seconda metà.
You must be logged in to post a comment Login