La temperatura media degli Stati Uniti, per il Gennaio 2012, si è presentata di ben +5,5°F (oltre 3° C) superiore alla norma stagionale, e la copertura nevosa era di molto inferiore alla norma.
Il National Service ha avvertito che ben 157 su 166 città statunitensi presentavano copertura nevosa inferiore alla norma.
Tutto questo sembrava il presagio definitivo dell’arrivo di un inarrestabile Global Warming, ma in Europa una terribile ondata di gelo ha sconvolto invece il nostro Continente, con temperature di gran lunga inferiori alla norma ed oltre 600 morti.
Il Danubio si è congelato dall’Austria fino al Mar Nero, mentre in Ungheria la Banca Centrale è stata costretta a comprimere miliardi di vecchie banconote in mattoncini adatti per essere bruciati, vista la carenza di combustibile…
La causa prima di questi sconvolgimenti climatici, una volta tanto, non è il Global Warming, ma l’Oscillazione Artica, che, mantenendosi fortemente positiva nel mese di Gennaio, ha fatto rimanere attorno al Polo il freddo artico, fatto che ha provocato il grande caldo di questo mese negli States.
Poi, è precipitata verso valori negativi, spostando la Corrente a Getto polare in direzione dell’Europa e dell’Asia.
Contemporaneamente, la NAO (Oscillazione Nord Atlantica), è rimasta su valori positivi, e questo ha favorito la penetrazione del freddo in Europa e non negli Stati Uniti, dove la fase positiva di questo indice porta sempre ad inverni miti.
Tuttavia alcuni scienziati continuano a ritenere il GW come imputato principale: lo scioglimento dei ghiacci polari, infatti, provoca la presenza di acqua dolce che evapora più facilmente, favorendo così le precipitazioni nevose e cambiamenti nella distribuzione barica sul Polo.
Avremo quindi il paradosso di inverni più freddi e nevosi in un clima più caldo!
Nella foto, da www.time.com , il Danubio congelato in Romania.
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