Molto si è detto riguardo alla popolazione degli orsi polari, in particolar modo si è temuto che lo scioglimento dei ghiacci artici mettesse in pericolo il loro numero, perché farebbe scomparire sia il loro ambiente che le prede, determinando addirittura fenomeni di cannibalismo tra orsi.
Tanto che l’orso polare è diventato l’animale – simbolo di una campagna ambientalista legata alla difesa dell’ambiente dalle ingerenze umane, ed alla lotta all’effetto serra.
L’US Geological Survey ha addirittura proclamato che, entro la fine del 21° Secolo, due terzi della popolazione di orsi polari scomparirà.
La realtà invece sembra differire da queste ipotesi.
L’ultimo studio della PBSG (Polar Bear Speciality Group), ha dimostrato che 19 sottopopolazioni di orsi polari sono in aumento, tre sono stabili ed otto in calo.
In pratica il loro numero complessivo varia da 20 a 25 mila, mentre quarant’anni fa variava da 5 a 10 mila.
Il problema della sovrannumero di orsi sta diventando serio per le popolazioni locali, soprattutto negli ultimi 10 anni e per i mesi estivi, quando ogni attività all’aperto deve essere protetta dal pericolo di aggressioni.
Molti abitanti del Nunavut stanno vedendo crescere le proprie difficoltà di vita tranquilla, tanto che nella zona dello Stretto di Davis la popolazione sembra sia raddoppiata dal 2000 ad oggi.
Il motivo è che gli orsi cacciano le foche sul ghiaccio di neo formazione, mentre non cacciano sui ghiacciai di lunga data.
Per questo motivo risentono pochissimo dell’arretramento dei ghiacciai e della diminuzione del ghiaccio vecchio estivo.
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