Stanno comparendo vari progetti di “Geoingegneria climatica” (come è stata chiamata questa branca della scienza ancora allo stato sperimentale).
Se era di ieri la notizia dell’esperimento di ghiacciamento del fiume Tuul per raffrescare la capitale Mongola durante l’Estate, è invece dello scorso settembre la notizia di un tentativo di raffreddare il clima mondiale, tramite l’iniezione in alta atmosfera di particelle che riflettono la radiazione solare.
La data e il luogo per il progetto pilota controverso sono stati annunciati in pompa magna al Festival della Scienza britannico nel mese di settembre, ma i consulenti scientifici al suo consiglio di finanziamento hanno criticato la decisione di rendere pubblica la data del test prima di un sufficiente dibattito pubblico circa la natura e le implicazioni future del progetto.
Questo metodo infatti consisterebbe nel far sollevare da un pallone gigante un tubo lungo circa 20 km, e da qui immettere direttamente in Stratosfera delle particelle riflettenti allo stesso modo in cui le grandi eruzioni vulcaniche immettono le loro particelle solfate che raffreddano il clima riflettendo la radiazione solare.
Il progetto è sostenuto e finanziato dal EPSRC (Engineering and PhysicalScience Research Council), delle università di Oxfod, Cambridge, Reading e Bristol.
Il primo test, previsto per il 29 Settembre, era rivolto al pompaggio di circa 150 litri d’acqua in aria per verificare se il progetto fosse fattibile, ma è stato rinviato di circa 6 mesi.
Tuttavia, tale progetto è stato fortemente osteggiato, da organizzazioni quali gli Amici della Terra, e da molti movimenti ambientalisti.
Secondo loro, il rischio di trovare un “piano B” per il raffreddamento della Terra è quello di offrire una scusa ai politici per evitare di mettere in atto provvedimenti atti a diminuire il consumo di combustibili fossili e di emissioni di CO2.
Il dibattito continuerà nei prossimi mesi. (Notizie tratte da The Guardian, foto da www.sbszoo.com)
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