Anche in un mondo affetto dalla “febbre” del Global Warming, i mesi con temperature basse possono comunque ancora intervenire, un po’ come è successo nel rigido inverno europeo del 2010.
Il mese di Dicembre 2010 è stato il mese più freddo, in Europa Occidentale, da oltre un secolo, ma questo non sembra essere incompatibile con il riscaldamento globale, sostiene Jouni Raisainen, ricercatore dell’Università di Helsinki.
Si tratta, in pratica, di un risultato compatibile con le statistiche.
A questo proposito, sono stati utilizzati ben 24 modelli climatici per valutare come cambierebbero le condizioni medie mensili dell’intero globo (ad eccezione dell’Antartide).
Di questi 480 mesi, ne è risultato che il 50% potrebbe avere temperature normali, e che 68 mesi, circa il 14%, può avere temperature significativamente più basse della norma.
6 mesi, circa il 1,3% del totale tra oggi ed il 2050, potrebbero registrare veri e propri record del freddo!
Questo perché nel breve termine, la variabilità climatica naturale può anche stravolgere l’andamento della temperatura sul lungo termine.
Tale andamento varia, ovviamente, da zona a zona.
Ad esempio i Tropici sono una zona dove il clima varia poco, di anno in anno, per cui quasi tutti i mesi da ora al 2050 risulterebbero più caldi del normale.
Invece al Nord, alle alte latitudini, dove pure il riscaldamento appare più forte, la variabilità intermensile risulta molto elevata, per cui possono ancora verificarsi mesi freddissimi ed anche da record di freddo.
Nella webcam, la casa di Santa Claus a Rovaniemi (http://www.santaclaus.fi/?deptid=11779)
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