Su di una importante rivista scientifica, (Atmospheric and Environmental Research), è stata pubblicato un articolo riguardante la ricerca di scienziati internazionali, che si occupano di un problema climatico fondamentale: le temperature invernali non stanno risalendo alla stessa velocità di quelle delle altre stagioni.
Le condizioni atmosferiche invernali rigide si verificano in corrispondenza dell’Oscillazione Artica in fase negativa, quando la neve ed il gelo possono colpire Canada Meridionale, Stati Uniti ed Europa Occidentale.
Lo scienziato Giuda Cohen sintetizza così la sua teoria:
Negli ultimi 25 anni la copertura nevosa siberiana è in decisa crescita.
Nel mese di Ottobre la neve cade con maggiore facilità sulla Siberia, a causa delle Estati più calde sulla zona Artica, che immettono una quantità maggiore di umidità nell’aria nordica.
A questo punto la Siberia, maggiormente innevata, funziona come un vero e proprio “frigorifero naturale”, che riflette la radiazione solare, provoca la formazione di uno strato di aria freddissima al suolo, a sua volta matrice dell’Anticiclone Siberiano.
Ed influenza anche l’oscillazione Artica: studi effettuati dimostrano infatti che una maggiore quantità di neve sulla Siberia influisce sulla forza dell’AO, che a sua volta influenza la rigidità degli inverni nel Nord America.
Questa influenza delle Estati calde sul raffreddamento degli inverni in Siberia e Nord America persisterà anche negli anni a venire, almeno fino a quando il Global Warming sarà talmente forte che le precipitazioni sulla Siberia saranno sotto forma di acqua anziché di neve.
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