Il passato mese di Settembre è stato caratterizzato da una ripresa dell’attività solare, che, dopo alcuni mesi di stagnazione, è oramai avviata verso il prossimo massimo solare previsto per il 2013 (anche se potrebbe anticipare lievemente).
Comunque, il numero medio di Sunspot (dal SIDC, osservatorio reale belga), si è portato in questo mese a 78,0, e rappresenta il numero più alto di macchie solari, come media mensile, di questo ciclo 24 (il 24° ciclo nel quale si calcola il numero di macchie sulla superficie del Sole).
Le macchie rappresentano aree solari con una temperatura inferiore al resto della superficie della nostra stella, donde il loro colore più scuro sullo sfondo chiaro.
A volte la loro grandezza è tale che possono essere osservate ad occhio nudo, ed il loro numero è in costante crescita raggiungendo un massimo ogni 11-12 anni circa, per poi decadere rapidamente fino ad arrivare ad un minimo con il Sole spotless (del tutto privo di macchie).
Alle macchie sono associate tempeste magnetiche ed esplosioni solari i cui effetti si fanno sentire fino al nostro Pianeta, provocandovi Aurore Boreali, e, a volte, interruzioni di corrente elettrica e forti disturbi nei segnali radio.
Con un numero medio di 78, si è superato il precedente mese di massimo di questo ciclo, corrispondente al mese di Marzo 2011, che aveva registrato 56,2.
Anche il flusso solare ha raggiunto il massimo del ciclo, con un valore di 133,8.
Tuttavia, nonostante questa risalita di attività (il cui massimo è previsto nel 2013), complessivamente il Sole “dorme” rispetto ai cicli precedenti a cui eravamo abituati nel XX Secolo.
Come visibile dal grafico mostrato (www.solen.info), il Sole al primo di ottobre è molto indietro rispetto ai cicli precedenti ( tra il 1976 ed il 2007), mentre il suo andamento è più simile ai cicli solari del passato, quelli compresi tra la fine Ottocento ed i primi del Novecento.
Ma quali le conseguenze sul nostro clima di questa bassa attività solare?
Il problema è molto dibattuto: secondo le teorie dell’astronomo Svalgaard, i raggi cosmici aumentano in proporzione alla bassa attività, favorendo la concentrazione di vapore acqueo, e maggiore copertura nuvolosa e precipitazioni.
Questo, a sua volta, fa abbassare la temperatura della terra.
Tale teoria deve essere ancora del tutto comprovata dagli esperimenti fisici, tuttavia si è notato senza alcun dubbio un calo della radiazione solare soprattutto nel campo dello spettro ultravioletto.
Altro fatto accertato, è che nel periodo tra fine Ottocento e primi del Novecento facesse più freddo di adesso, e, soprattutto, nel periodo noto come “Minimo di Maunder”, con attività solare ridottissima, le temperature fossero molto più basse delle attuali, ed in particolare nella stagione invernale, sul nostro Continente.
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