Alcuni appunti sul clima medievale

E’ oramai appurato che il clima, durante il periodo del Medioevo, fosse più caldo dell’attuale, o, al massimo, agli stessi livelli di ora.

Se è incerta l’attribuzione del caldo attuale all’Effetto Serra di origine antropica o alla forte attività solare del XX Secolo, non vi è dubbio che il caldo del Medioevo abbia un’origine del tutto naturale, o dovuta ai cambiamenti ciclici di irraggiamento della nostra Stella, oppure alla presenza di qualche mutamento nella circolazione oceanica, oppure per cause sconosciute.

Comunque, il caldo del Medioevo è oramai riconosciuto universalmente dagli studiosi, ed è accertato, quasi con sicurezza (le ricerche odierne confermano questi dati), che il caldo perdurò per diversi secoli, con tutta probabilità dall’800 dopo Cristo fino circa al 1200, con qualche incertezza sulla data di inizio (forse attorno al 750) e di fine (forse attorno al 1250-1300).

Sicuramente nei Secoli precedenti il clima era molto più freddo (massimo glaciale attorno al V Secolo), mentre tra il 1310 ed il 1320 l’Europa tremava per il freddo e le lunghe piogge che distrussero i raccolti.

Questi alcuni punti fermi del caldo medievale: dal X Secolo la Groenlandia fu colonizzata dai Vichinghi, che costruirono fattorie ed insediamenti fissi, con coltivazioni ed allevamento del bestiame, in zone dove ora non è possibile fare.

Tutto andò bene fino a che furono possibili i collegamenti con la madre patria, in particolare con l’Islanda, ma a partire dal XIII Secolo il clima della zona di deteriorò, ed i collegamenti via nave resi sempre più difficoltosi dalla presenza dei ghiacci marini.

Nel XIV Secolo il clima peggiorò sensibilmente, in particolare le Estati divennero gelide, ed i Vichinghi rimasero isolati dalla madre patria.

Nel 1492 una spedizione inviata dal preoccupato Papa Alessandro VI non trovò sopravvissuti nella zona, abbandonata da almeno 80 anni.

Ma anche in Europa, per cinque lunghi secoli, le Estati divennero più calde di almeno 1°C rispetto alla norma del XX Secolo.

Questo cambiò molti aspetti nella nostra vegetazione: in Francia si estesero, ad esempio, le foreste di querce, che resero possibile l’allevamento estensivo del maiale, mentre nella Norvegia Centrale gli insediamenti umani si spostarono verso l’alto di quasi 200 metri rispetto ai Secoli precedenti.

Sulle Alpi gran parte dei passi erano transitabili anche in Inverno, e ci sono tracce di insediamenti stabili in Val d’Aosta fino a 2000 metri di quota, dove in Estate veniva coltivato anche il grano.

Sull’Europa Centrale è probabile che le Estati fossero più calde delle attuali anche di +1,5°C, per l’insediamento di uno stabile Anticiclone Europeo, con radici Africane.

I dati riferiscono che, con tutta probabilità, il periodo più caldo fu il Secolo tra il 1000 ed il 1100, con rarissime documentazioni di Inverni rigidi in Europa, con i ghiacci polari che non si avvicinarono all’Islanda per oltre un Secolo, e con tracce di grande caldo estivo sui Laghi Alpini, dallo studio dei sedimenti.

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