Uno studio da parte di alcuni scienziati dell’UCLA Department of Atmospheric and Oceanic Science, ha evidenziato la possibilità di poter effettuare attendibili previsioni del tempo fino a 16 di mesi di distanza.
Si tratta, ovviamente, di previsioni di tipo climatologico, nessuno è in grado al momento di dire se quel dato giorno, in una data località, potrà piovere o esserci il Sole, a quasi due anni di distanza.
Ma sarà possibile indicare se sarà più fredda, o più calda del normale, con indubbi vantaggi per le coltivazioni, le attività economiche ed energetiche, più direttamente interessati dai cambiamenti climatici.
A questi risultati si sarebbe giunti esaminando un set di dati di circa 50 anni di condizioni climatiche e temperature delle superfici oceaniche, e costruendo un algoritmo che preveda le interazioni tra i cambiamenti del tempo a brevissimo termine e le loro conseguenze a lungo termine.
La difficoltà sta poi nel separare quella che è la naturale variabilità climatica ed i cambiamenti dovuti all’attività antropica, tuttavia, almeno esaminando il set storico dei dati, è stato possibile simulare delle ottime previsioni climatiche a 16 mesi di distanza, anche se manca la controprova di una previsione sul clima prossimo futuro.
Un’altra notizia interessante è che è meglio avere catastrofi climatiche durante una fase di recessione, anziché una di espansione economica.
Infatti, ad esempio, è più facile trovare manodopera a basso costo, e questo spiega bene l’andamento dei rapporti sui danni del clima emessi annualmente dalla World Bank.
Lo studio è attualmente disponibile online sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences.
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